Gelem, gelem... Stay Human


 "Studiare senza riflettere è inutile. Riflettere senza studiare è pericoloso. Kiril, usa la testa e vai avanti a conoscere, non ti fermare, sei solo all'inizio. Ti voglio bene"


Ci sono cose che possono cambiarti la vita, come un genitore che decide che la scuola è troppo importante perché suo figlio la possa perdere, o come un'insegnante che crede nei suoi alunni e sa cos'è veramente importante.

Ci sono persone a cui devi il tuo destino, persone che fanno la differenza. Non è detto che uno se ne renda conto subito, può accadere negli anni. 

Con questo non voglio certo dire che è solo merito loro se alcuni bambini riescono a uscire dalla miseria e dell'emarginazione. 

Il grosso merito di chi ce la fa, di chi è riuscito a superare la miseria e l'esclusione, è sicuramente in primo luogo di se stessi. È il merito di aver saputo cogliere e approfittare dei doni che la vita ci ha saputo offrire. 

È il merito di aver visto oltre, e di aver nutrito la speranza.

Questo libro racconta la vita e le vicissitudini di una giovane famiglia profuga. Le difficoltà e i drammi della povertà e del razzismo. Ma anche il riscatto.

La racconta il figlio più grande. Kiril. (Nella vita sarebbe Musli Alievski)

Kiril è un bambino Rom, che grazie all'impegno e alla lungimiranza della sua famiglia, e nonostante le difficoltà, riesce ad andare a scuola ed è fortunato.

Già, perché nella vita a volte non basta solo l'impegno, ci vuole anche la fortuna. Ed in questo caso è grazie alla sensibilità di un insegnante e alla passione di un bambino che qualcosa può cambiare.

Ma il libro non è solo questo, è anche l'anima di un uomo che, dopo averla vissuta, non si rassegna alla sofferenza degli altri. 

Grazie Musli Alievski e grazie Carlo Albè per questo libro.

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