Something about myself... Qualcosa di me stesso.


 
Versione italiana in fondo 🙂⬇️

Today I'm writing this post about myself, because I suddenly feel this need. 

Who am I? 

I am a person who deeply loves life, who thinks this is the only opportunity we have to live it, and for this I try to live mi life with a particular sense of responsibility towards myself and towards others. 
Like everyone I'm looking for living a happy life, and since I dare not hope to have more than one chance, I'm also trying to understand what makes our lives happy. 
I think I figured out a few things about it:
- We are happy when we feel alive, that is, when we feel good, when we feel free, when we feel strong and intelligent.
- We are happy when we learn something new that we feel is important, and therefore we are happy when we make progress in understanding the world and how life works. 
- We are happy when we feel loved and appreciated. 
- We are happy when we feel useful for something and for someone. And we are happy when those close to us are happy. This is why helping others normally brings us happiness. 
- We are happy when we have a purpose in life. 
- We are happy when we get on well with the people we are with. 
- We are happy if we have someone to confide in and talk about the things that seem important to us. 

These are for now the things that I consider most important, would you like to help me find others? 

Here's another one: 
we are happy when we feel understood. 
It sounds easy, but the language isn't unique, and truly conveying what you want to say isn't easy at all. Indeed, in my opinion it is almost a miracle! 
Have you ever thought how difficult it can be to make others understand something that is really important to you? It's not just a matter of explaining well what you want to communicate, but it's also a matter of trust and culture.

In this regard, I would like to tell you something about myself that my wife pointed out to me. 
According to her, I am a person who cares very little about the opinion of others. If something is right and important to me, I continue on my way regardless of the fact that I might lose friends or not be liked by others. 
This is not entirely true: I care a lot about others, but I'm not willing to change what seems right or important to me, just because others don't like it. When someone disputes me, I listen to them. Usually, I try to figure out if I'm wrong or if I need to change my thinking. But if the arguments heard are not convincing I go on as before.
I know I have flaws, some even big ones, I'm not too interested in hiding them. Whoever stays with me must accept them knowing that I can't remedy some of them and that I still try to improve myself. 
I don't know if it's for this reason, but maybe it's also because I've always felt very sure of myself:
I lie very little. 
I lie practically only when I understand that the truth can neither be accepted nor understood by those who listen to me. 
When I say something I always try to say it as directly as possible, and in the way that most respects what I really think. 
I do it because I think it's the best strategy: it's already difficult to communicate what one thinks, what one believes in, what one would like and what one has learned... if we really want to communicate ourselves, there is no room for bogus communication. 
For this reason, please always interpret what I write thinking that I'm doing everything to really say what I really think.

But that doesn't mean I can change my mind. 

Because there is another aspect that scares others: I try to live in the awareness of not being able to be certain. 
We all need our certainties, dogmas that we consider surely right. I, too, base my life on many things that I almost certainly think are right. 
But that "almost" makes the difference.
It's anxious to understand that there's nothing we can be really sure about, but I think it's an important step in trying to truly understand the world. 

Now I would like to tell you, more specifically, what makes me happy and what I think could be the purpose of my life. 
I think the biggest miracle of our life is the awareness of being there, and the awareness of what surrounds us. But awareness is not innate, it is also the fruit of our knowledge, it is also the fruit of our history and of what our ancestors learned.
So I can say that not only I am happy because I'm alive and can see this world, but I'm happy because those who preceded me gave me the opportunity to understand it better and to be more aware. 
Life is our opportunity to get to know this world better and learn how to live this experience better. 
Those who truly love life would like life to be a miracle for everyone. We would like to be able to teach what has made our life happy, we would like to be able to teach what we have understood, and we would like to be able to communicate the will to live. 

My purpose in life I believe is to help others know how to live this journey in the right way; is to help others to know how to seize opportunities and to believe in commitment, as a way to increase their chances of living this life well.
My purpose is to make the world better.

But my true purpose remains to help myself live happily. 
What changes is only the awareness that I can't live happily if I can't communicate my will to live to others. I can't live happily if I think that after me all will be lost.


Versione italiana 🙂

Oggi mi ritrovo a scrivere questo post su me stesso, perché improvvisamente ne sento la necessità.

Chi sono io?
Io sono una persona che ama profondamente la vita, che pensa che questa sia l’unica opportunità che ha per viverla, e per questo cerco di viverla con un particolare senso di responsabilità verso me stesso e verso gli altri.

Come tutti cerco la possibilità di vivere una vita felice, e siccome non oso sperare di avere più di una possibilità, sto anche cercando di capire cosa rende felice la nostra vita.

Credo di aver capito alcune cose in proposito:

- Siamo felici quando ci sentiamo vivi, cioè quando stiamo bene, quando ci sentiamo liberi, quando ci sentiamo forti e intelligenti.

- Siamo felici quando impariamo qualcosa di nuovo che sentiamo importante, e quindi siamo felici quando facciamo dei passi avanti nel comprendere il mondo e come funziona la vita.

- Siamo felici quando ci sentiamo amati e apprezzati.

- Siamo felici quando ci sentiamo utili a qualcosa e per qualcuno. E siamo felici quando chi è vicino a noi è felice. Per questo aiutare gli altri normalmente ci dona felicità.

- Siamo felici quando abbiamo uno scopo nella vita.

- Siamo felici quando ci troviamo bene con le persone con cui stiamo.

-Siamo felici se abbiamo qualcuno con cui confidarci e parlare delle cose che ci sembrano importanti.

Queste sono per ora le cose che ritengo più importanti, volete aiutarmi a trovarne altre?

Eccone un’altra: siamo felici quando ci sentiamo compresi.

Sembra facile, ma il linguaggio non è univoco, e trasmettere veramente ciò che vorresti dire non è affatto facile. Anzi, secondo me è quasi un miracolo!

Avete mai pensato quanto può essere difficile far capire ad altri qualcosa che per voi è veramente importante? Non è solo questione di spiegare bene ciò che si vuole comunicare, ma è anche questione di fiducia, e di cultura.

A questo proposito vorrei dirvi una cosa di me che mi ha fatto notare mia moglie.

Io, secondo lei, sono una persona a cui importa veramente poco del parere degli altri. Se una cosa per me è giusta ed importante, io continuo per la mia strada senza badare al fatto che potrei perdere amici o non piacere agli altri.

Questo non è completamente vero: a me importa molto degli altri, ma non sono disposto a modificare ciò che mi sembra giusto o importante, per il solo fatto che ad altri non piace. Quando qualcuno mi contesta, io lo ascolto. Di solito, cerco di capire se ho sbagliato o se devo modificare il mio pensiero. Ma se gli argomenti ascoltati non sono convincenti io vado avanti come prima.

Io so di avere dei difetti, alcuni anche grossi, non mi interessa troppo nasconderli. Chi sta con me deve accettarli sapendo che ad alcuni non posso porre rimedio e che cerco comunque di migliorarmi.

Non so se è per questo motivo, ma forse è anche perché mi sono sempre sentito molto sicuro di me stesso: io non mento quasi mai.

Io mento praticamente solo quando capisco che la verità non può essere né accettata né compresa da chi mi ascolta.

Quando dico qualcosa cerco sempre di dirla nel modo più diretto possibile e nel modo che rispetta di più ciò che realmente penso. Lo faccio perché penso sia la strategia migliore: già è difficile comunicare quello che uno pensa, ciò in cui crede, ciò che vorrebbe e ciò che ha imparato… se veramente vogliamo comunicare noi stessi, non c’è spazio per una comunicazione fasulla.

Per questo motivo vi prego di interpretare sempre ciò che scrivo pensando che sto facendo di tutto per dire veramente ciò che realmente penso.

Ma questo non vuol dire che posso cambiare idea.

Perchè c’è un altro aspetto che ad altri fa paura: io cerco di vivere nella consapevolezza di non poter avere certezze.

Tutti noi abbiamo bisogno delle nostre certezze, di dogmi che consideriamo sicuramente giusti. Anche io baso la mia vita su molte cose che ritengo quasi sicuramente giuste.

Quel quasi fa però la differenza.

Mette ansia capire che non c’è nulla su cui possiamo essere veramente certi, ma credo sia un passo importante per cercare di capire veramente il mondo.


Ora vi vorrei dire, più nello specifico, cosa mi rende felice e cosa penso possa essere lo scopo della mia vita.

Il miracolo più grosso della nostra vita ritengo che sia la consapevolezza di esserci e la consapevolezza di ciò che ci circonda.

Ma la consapevolezza non è innata, è anche frutto della nostra conoscenza, è anche frutto della nostra storia e di ciò che hanno imparato i nostri avi.

Quindi posso dire che non solo sono felice perché sono vivo e posso vedere questo mondo, ma sono felice perché chi mi ha preceduto mi ha dato la possibilità di capirlo meglio e di poter essere più consapevole.

La vita è la nostra opportunità per conoscere meglio questo mondo e imparare come vivere meglio questa esperienza. Chi ama veramente la vita vorrebbe che la vita potesse essere un miracolo per tutti. Vorrebbe poter insegnare ciò che ha reso felice la propria vita, vorrebbe poter insegnare ciò che ha capito, e vorrebbe poter comunicare la voglia di vivere.

Il mio scopo nella vita credo che sia quello di aiutare gli altri a saper vivere nel modo giusto questo viaggio; è quello di aiutare gli altri a saper cogliere le opportunità e di credere nell’impegno, come via per aumentare le proprie possibilità di vivere bene questa vita.

Il mio scopo è rendere il mondo migliore. 

Ma il mio vero scopo rimane quello di aiutare me stesso a vivere felice.

Ciò che cambia è solo la consapevolezza che non posso vivere felice se non riesco a comunicare la mia voglia di vivere agli altri. Non posso vivere felice se penso che dopo di me tutto sarà perduto.

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