Something about myself... Qualcosa di me stesso.
Oggi mi ritrovo a scrivere questo post su me stesso, perché improvvisamente ne sento la necessità.
Chi sono io?
Io sono una persona che ama profondamente la vita, che pensa che questa sia l’unica opportunità che ha per viverla, e per questo cerco di viverla con un particolare senso di responsabilità verso me stesso e verso gli altri.
Come tutti cerco la possibilità di vivere una vita felice, e siccome non oso sperare di avere più di una possibilità, sto anche cercando di capire cosa rende felice la nostra vita.
Credo di aver capito alcune cose in proposito:
- Siamo felici quando ci sentiamo vivi, cioè quando stiamo bene, quando ci sentiamo liberi, quando ci sentiamo forti e intelligenti.
- Siamo felici quando impariamo qualcosa di nuovo che sentiamo importante, e quindi siamo felici quando facciamo dei passi avanti nel comprendere il mondo e come funziona la vita.
- Siamo felici quando ci sentiamo amati e apprezzati.
- Siamo felici quando ci sentiamo utili a qualcosa e per qualcuno. E siamo felici quando chi è vicino a noi è felice. Per questo aiutare gli altri normalmente ci dona felicità.
- Siamo felici quando abbiamo uno scopo nella vita.
- Siamo felici quando ci troviamo bene con le persone con cui stiamo.
-Siamo felici se abbiamo qualcuno con cui confidarci e parlare delle cose che ci sembrano importanti.
Queste sono per ora le cose che ritengo più importanti, volete aiutarmi a trovarne altre?
Eccone un’altra: siamo felici quando ci sentiamo compresi.
Sembra facile, ma il linguaggio non è univoco, e trasmettere veramente ciò che vorresti dire non è affatto facile. Anzi, secondo me è quasi un miracolo!
Avete mai pensato quanto può essere difficile far capire ad altri qualcosa che per voi è veramente importante? Non è solo questione di spiegare bene ciò che si vuole comunicare, ma è anche questione di fiducia, e di cultura.
A questo proposito vorrei dirvi una cosa di me che mi ha fatto notare mia moglie.
Io, secondo lei, sono una persona a cui importa veramente poco del parere degli altri. Se una cosa per me è giusta ed importante, io continuo per la mia strada senza badare al fatto che potrei perdere amici o non piacere agli altri.
Questo non è completamente vero: a me importa molto degli altri, ma non sono disposto a modificare ciò che mi sembra giusto o importante, per il solo fatto che ad altri non piace. Quando qualcuno mi contesta, io lo ascolto. Di solito, cerco di capire se ho sbagliato o se devo modificare il mio pensiero. Ma se gli argomenti ascoltati non sono convincenti io vado avanti come prima.
Io so di avere dei difetti, alcuni anche grossi, non mi interessa troppo nasconderli. Chi sta con me deve accettarli sapendo che ad alcuni non posso porre rimedio e che cerco comunque di migliorarmi.
Non so se è per questo motivo, ma forse è anche perché mi sono sempre sentito molto sicuro di me stesso: io non mento quasi mai.
Io mento praticamente solo quando capisco che la verità non può essere né accettata né compresa da chi mi ascolta.
Quando dico qualcosa cerco sempre di dirla nel modo più diretto possibile e nel modo che rispetta di più ciò che realmente penso. Lo faccio perché penso sia la strategia migliore: già è difficile comunicare quello che uno pensa, ciò in cui crede, ciò che vorrebbe e ciò che ha imparato… se veramente vogliamo comunicare noi stessi, non c’è spazio per una comunicazione fasulla.
Per questo motivo vi prego di interpretare sempre ciò che scrivo pensando che sto facendo di tutto per dire veramente ciò che realmente penso.
Ma questo non vuol dire che posso cambiare idea.
Perchè c’è un altro aspetto che ad altri fa paura: io cerco di vivere nella consapevolezza di non poter avere certezze.
Tutti noi abbiamo bisogno delle nostre certezze, di dogmi che consideriamo sicuramente giusti. Anche io baso la mia vita su molte cose che ritengo quasi sicuramente giuste.
Quel quasi fa però la differenza.
Mette ansia capire che non c’è nulla su cui possiamo essere veramente certi, ma credo sia un passo importante per cercare di capire veramente il mondo.
Ora vi vorrei dire, più nello specifico, cosa mi rende felice e cosa penso possa essere lo scopo della mia vita.
Il miracolo più grosso della nostra vita ritengo che sia la consapevolezza di esserci e la consapevolezza di ciò che ci circonda.
Ma la consapevolezza non è innata, è anche frutto della nostra conoscenza, è anche frutto della nostra storia e di ciò che hanno imparato i nostri avi.
Quindi posso dire che non solo sono felice perché sono vivo e posso vedere questo mondo, ma sono felice perché chi mi ha preceduto mi ha dato la possibilità di capirlo meglio e di poter essere più consapevole.
La vita è la nostra opportunità per conoscere meglio questo mondo e imparare come vivere meglio questa esperienza. Chi ama veramente la vita vorrebbe che la vita potesse essere un miracolo per tutti. Vorrebbe poter insegnare ciò che ha reso felice la propria vita, vorrebbe poter insegnare ciò che ha capito, e vorrebbe poter comunicare la voglia di vivere.
Il mio scopo nella vita credo che sia quello di aiutare gli altri a saper vivere nel modo giusto questo viaggio; è quello di aiutare gli altri a saper cogliere le opportunità e di credere nell’impegno, come via per aumentare le proprie possibilità di vivere bene questa vita.
Il mio scopo è rendere il mondo migliore.
Ma il mio vero scopo rimane quello di aiutare me stesso a vivere felice.
Ciò che cambia è solo la consapevolezza che non posso vivere felice se non riesco a comunicare la mia voglia di vivere agli altri. Non posso vivere felice se penso che dopo di me tutto sarà perduto.
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